COME AIUTARE I FIGLI NEI COMPITI

La ripresa della scuola comporta, per la maggior parte dei genitori, il riacutizzarsi di un problema fonte di tensioni e malumori per la maggior parte della durata dell’anno scolastico.

I compiti scolastici costituiscono per i ragazzi un motivo per consolidare le competenze acquisite a scuola e sperimentare un percorso di autonomia; per questo motivo i genitori devono affiancarsi ma mai sostituirsi a loro in questo difficile ruolo, innanzi tutto spiegando loro l’importanza dello svolgimento dei compiti e offrendo loro il necessario supporto.

Fin dai primi anni scolastici, invitatelo ad organizzare lo spazio idoneo e le prime volte aiutatelo in questo: deve abituarsi a trovare uno spazio tranquillo, con tutto l’occorrente a disposizione e un tavolo sgombro da oggetti inutili o che potrebbero distrarre la sua attenzione (giocattoli, cellulare, televisione ecc)
Se possibile, fate sì che si stabilisca una ritualità precisa, così il bambino apprenderà che, dopo un momento di riposo successivo al ritorno da scuola, inizierà il tempo dei compiti, compatibilmente con eventuali attività extrascolastiche. Possibilmente inizierà da quelli più complessi, lasciando per ultimi i meno impegnativi, quando la concentrazione sarà minore.

Evitate di posizionarvi fisicamente a stretto contatto col bambino: ciò sarebbe per lui fonte di ansia, che non gli permetterebbe di affrontare serenamente la risoluzione dei compiti con i suoi tempi individuali e si sentirebbe costantemente giudicato dal genitore.
Ciò porterebbe a minare la sua autostima “Se il mio papà o la mia mamma non mi lasciano lavorare da solo significa che non si fidano delle mie capacità. Se non si fidano significa che io non sono capace”
E’ importante invece avere un atteggiamento incoraggiante e fiducioso, restando nelle vicinanze e dimostrandosi disponibili qualora il bambino necessiti di aiuto e spingendolo a sperimentarsi in autonomia, insegnandogli a ragionare ed a correggere da solo i propri errori. Non sostituitevi a lui, aiutatelo piuttosto ad arrivare da solo alle soluzioni, gratificandolo quando riesce, invece di criticarne gli errori; ciò instillerà in lui la fiducia e la motivazione, motore di ogni successo.
Non è un dramma se sbaglia, è normale che avvenga se non si è compreso qualcosa: non sostituitevi all’insegnante, egli deve capire cosa i suoi allievi non hanno introiettato e si regolerà di conseguenza.
Non confondete i ruoli: voi siete il genitore e non sobbarcatevi anche il ruolo di insegnante!
Non criticate l’insegnante davanti ai vostri figli, altrimenti questo perderà di valore anche ai suoi occhi e quindi il suo impegno sarà minore, piuttosto confrontatevi con l’insegnante stesso direttamente e in separata sede, in un clima di comprensione reciproca.

Fate in modo che possa studiare coi compagni: l’apprendimento comunitario è molto utile perché permette al bambino di confrontarsi con i coetanei, ovviamente monitorate che questo non diventi solo un momento di confusione, ma, se abituato a lavorare con gli altri, egli capirà presto le modalità.
Al termine della stesura dei compiti o in un momento serale, i genitori controlleranno che siano stati svolti ed eventualmente gratificheranno il proprio bambino. Infine, soprattutto nei primi anni scolastici, controlleranno la preparazione della cartella per il giorno successivo, verificando che abbia con sé, e in buono stato, tutto il materiale occorrente. Evitate che la prepari la mattina stessa, rischierebbe di farlo in modo affrettato e di dimenticare qualcosa.